Metodo e obiettivi

Potremmo chiederci perché una persona, una famiglia o dei genitori decidano di rivolgersi a uno psicologo. Spesso ci si sente dire “sono triste”, “ho paura”, ”vorrei fare meglio”. O anche “non esce di casa”, “non impara abbastanza”, “ha l’argento vivo addosso”, “non sa che fare della sua vita”, “non andiamo più d’accordo”. Le condizioni appena elencate e le tante altre che possono venire in mente, non sono di per sé sufficienti per motivare una domanda di aiuto psicologico. Pensiamo infatti che un lavoro psicologico parta nel momento in cui certi eventi sono vissuti come problemi e si sente il desiderio di occuparsene.

I modi per esprimere un vissuto problematico possono essere diversi.

Potremmo anche chiederci il problema dove sta: nel cuore? Nella testa? Nei comportamenti? Oppure di chi è: della persona che va dallo psicologo? Del genitore? Del figlio?

Il problema che motiva una persona a rivolgersi allo psicologo non è sempre  lo stesso in ogni situazione. Possiamo dire che nessuno di noi esiste come individuo isolato, ma ci troviamo sempre in un tempo, in un luogo e con altre persone. E’ nel rapporto con queste dimensioni – che chiamiamo contesto – che ognuno di noi costruisce la propria identità, prova emozioni e pensa. Anche il problema con il quale si arriva dallo psicologo può essere compreso solo tessendo ipotesi sulla relazione tra la persona e il contesto entro cui quel problema si manifesta. Con l’intervento psicologico e psicoterapeutico si sviluppa una conoscenza dei propri vissuti nei diversi rapporti cui si partecipa. Questo processo di conoscenza promuove cambiamenti nel rapporto con le proprie emozioni e con i contesti.

Che succede quindi dopo aver contattato Tessiture Studio?

L’equipe proporrà un incontro di conoscenza, entro cui  definire insieme il problema di cui ci si vuole occupare, le modalità e i tempi del lavoro.